Saturday, July 15, 2006

Leopardi

L'infinito

Sempre caro mi fu quest'ermo colle
E questa siepe che da tanta parte
De'l ultimo orrizonte il guarde esclude.
Ma sedendo e mirando interminati
Spazi di la da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete,
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando; e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e'l suon di lei. Cosi tra questa
Immensita s'annega il pensier mio:
E'l naufragar m'e dolce in questo mare.

THE INFINITE

It was always dear to me, this solitary hill,
and this hedgerow here, that closes out my view,
from so much of the ultimate horizon.
But sitting here, and watching here, in thought,
I create interminable spaces,
greater than human silences, and deepest
quiet, where the heart barely fails to terrify.
When I hear the wind, blowing among these leaves,
I go on to compare that infinite silence
with this voice, and I remember the eternal
and the dead seasons, and the living present,
and its sound, so that in this immensity
my thoughts are drowned, and shipwreck seems sweet
to me in this sea.

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